Economia circolare

Economia circolare

L’attuale modello di sviluppo lineare si basa sul principio “prendi – produci – consuma – dismetti“, derivante dalla assunzione di una abbondante disponibilità di risorse, facili da reperire e poco costose da smaltire. Nell’economia lineare, terminato il consumo termina anche il ciclo del prodotto che diventa rifiuto, costringendo la catena economica a riprendere continuamente lo stesso schema: estrazione, produzione, consumo, smaltimento.

L’economia circolare presuppone, invece, un uso efficiente delle risorse naturali, minimizzando la necessità di ingresso nei cicli produttivi di nuove risorse e di maggiore energia, riducendo la pressione ambientale legata alla estrazione, emissione e dismissione delle risorse stesse.

L’economia circolare, secondo la definizione che ne dà la Ellen MacArthur Foundation, «è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera».

L’economia circolare è dunque un sistema in cui tutte le attività, a partire dall’estrazione e dalla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun’altro.

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L’intelligenza nella gestione dei rifiuti deve condurci verso un’economia più circolare, in cui il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse sia mantenuto quanto più a lungo possibile e la produzione di rifiuti è ridotta al minimo. La gestione dei rifiuti riveste un ruolo preminente nell’economia circolare, perché determina il modo in cui è messa in pratica la gerarchia dei rifiuti dell’Unione Europea.

La gerarchia dei rifiuti stabilisce un ordine di priorità e assegna il primo posto alla prevenzione, seguita da preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero di energia e, da ultimo, smaltimento. Questo principio mira a incoraggiare le opzioni che globalmente producono i migliori risultati sul piano ambientale.

Il cassonetto intelligente MrPACK è costruito intorno a queste priorità e disegna un nuovo modello economico attraverso il protocollo di contabilizzazione FADA. Il cittadino è al centro di una economia circolare che lega le istituzioni, le società dei servizi di igiene urbana, gli attori del commercio e della distribuzione.

«Nel Ventunesimo secolo, caratterizzato da economie emergenti, milioni di consumatori appartenenti alla nuova classe media e mercati interconnessi utilizzano ancora sistemi economici lineari ereditati dal Diciannovesimo secolo. Se vogliamo essere competitivi dobbiamo trarre il massimo dalle nostre risorse, reimmettendole nel ciclo produttivo invece di collocarle in discarica come rifiuti» (Janez Potočnik, commissario per l’Ambiente UE)

Il pacchetto europeo per l’economia circolare

La Commissione Europea il 2 dicembre 2015 ha presentato un pacchetto di provvedimenti per la transizione dell’economia verso un modello di economia circolare, che comprende alcune proposte di modifica dell’attuale legislazione comunitaria sui rifiuti, nonché un piano d’azione globale di transizione all’economia circolare per la durata in carica della Commissione stessa.

Nella “Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni” si sottolinea che “…Nei sistemi di economia circolare i prodotti mantengono il loro valore aggiunto il più a lungo possibile e non ci sono rifiuti. Quando un prodotto raggiunge la fine del ciclo di vita, le risorse restano all’interno del sistema economico, in modo da poter essere riutilizzate più volte a fini produttivi e creare così nuovo valore. Per passare ad un’economia più circolare occorre apportare cambiamenti nell’insieme delle catene di valore, dalla progettazione dei prodotti ai modelli di mercato e di impresa, dai metodi di trasformazione dei rifiuti in risorse alle modalità di consumo: ciò implica un vero e proprio cambiamento sistemico e un forte impulso innovativo, non solo sul piano della tecnologia, ma anche dell’organizzazione, della società, dei metodi di finanziamento e delle politiche…

A oggi lo sviluppo dell’economia circolare è frenato anche da vincoli legislativi e amministrativi, per cui risulta necessario un orientamento strategico da parte dei decisori nazionali e comunitari. Leggi e regolamenti ben fatti, che danno origine a politiche industriali e ambientali finalizzate allo sviluppo compatibile e sostenibile, favoriscono l’adozione di processi innovativi per la riduzione dell’inquinamento e del consumo di energia e per il riciclo e il riutilizzo di materiali già destinati a essere smaltiti quali rifiuti: il conseguente aumento di competitività delle imprese potrà compensare il costo per le imprese stesse derivante dai più stringenti obblighi ambientali introdotti.

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